From Augmented Reality to Mixed Reality

From Augmented Reality to Mixed Reality

Perché la Mixed Reality è il vero futuro dell’AR: la visione di Metagate

Dalla Augmented Reality su smartphone agli smart glasses con AI: come il mercato si sta spostando verso la Mixed Reality e perché occhiali come Meta Orion e Spectacles sono più vicini di quanto pensiamo.

Negli ultimi dieci anni, quando si parlava di Augmented Reality (AR), si pensava soprattutto a filtri su Instagram, effetti sul volto, giochi come Pokémon GO o piccole esperienze da smartphone. Oggi lo scenario è radicalmente diverso: l’AR sta diventando sempre più un device invece che una semplice feature.

Come Metagate, che sviluppa esperienze di Mixed Reality su Meta Quest 3, vediamo ogni giorno questo cambio di paradigma: l’attenzione si sta spostando dagli schermi del telefono verso occhiali intelligenti e visori di Mixed Reality, con un impatto diretto sia sul prodotto sia sul funnel commerciale.

Dal boom dei filtri AR alla chiusura delle piattaforme social

Meta Spark e la fine dei filtri AR su Instagram

Per anni, la narrativa dominante è stata: “l’AR è alla portata di tutti perché tutti hanno uno smartphone”. Meta ha incarnato questa fase con Meta Spark, la piattaforma per creare filtri AR su Instagram e Facebook.

Ma ad agosto 2024 Meta annuncia la chiusura di Meta Spark con l’interruzione del supporto ai filtri di terze parti a partire da gennaio 2025. È un segnale fortissimo: l’azienda sposta risorse dalla “AR decorativa” dei social a piattaforme e dispositivi di Mixed Reality e smart glasses.

8th Wall e il declino del WebAR generalista

Sul fronte WebAR, il percorso di 8th Wall è simile. Acquisita da Niantic nel 2022 per potenziare il “real-world metaverse”, la piattaforma ha rappresentato per anni lo standard per esperienze AR da browser.

Nel 2025 viene annunciato che 8th Wall entrerà in una fase di sunset: niente nuovi login e nuove esperienze dal 2026, spegnimento definitivo dell’hosting nel 2027. Niantic continua a fare AR (e ora anche Mixed Reality) – e continua a collaborare con Meta – ma il messaggio è chiaro: l’AR non è più solo un layer del web o dei social, si sta spostando su hardware dedicato.

Meta, Luxottica e la corsa agli smart glasses

Meta & EssilorLuxottica: dalla partnership alla partecipazione azionaria

Meta ha scelto una strada molto precisa: se il futuro dell’AR passa dagli occhiali, bisogna allearsi con chi sa produrre occhiali su larga scala. Da qui la partnership con EssilorLuxottica, gruppo che controlla brand come Ray-Ban e Oakley.

Nel luglio 2025 Meta fa un passo ulteriore: acquisisce una quota di circa 3% di EssilorLuxottica, per un valore stimato intorno ai 3–3,5 miliardi di euro, con la possibilità di salire fino al 5% nel tempo. Questa mossa rafforza la partnership sugli smart glasses, trasformandola in una vera alleanza strategica sul futuro dell’eyewear intelligente.

In pratica, Meta non solo co-progetta gli smart glasses, ma diventa anche azionista del principale attore globale nel mondo dell’occhialeria.

Da Ray-Ban Stories ai Ray-Ban Meta e ai Meta Ray-Ban Display

Il percorso degli smart glasses Meta parte con i Ray-Ban Stories nel 2021 e si evolve nel 2023 con i Ray-Ban Meta, presentati il 27 settembre 2023:

  • nuove fotocamere da 12MP,
  • audio migliorato,
  • live streaming verso Facebook e Instagram,
  • integrazione con Meta AI.

Le prime due generazioni di Ray-Ban Meta non hanno un display nelle lenti: sono occhiali AI-first, con camera + audio + assistente, ma senza overlay visivo.

Nel 2025, però, Meta presenta i Meta Ray-Ban Display (spesso chiamati anche “Meta Ray-Ban Display”), il primo smartglass AI di Meta con display integrato nelle lenti:

  • un micro-display AR per notifiche, indicazioni e informazioni contestuali,
  • integrazione profonda con Meta AI,
  • controllo con neural wristband per gesture e input avanzati.

Con Ray-Ban Meta e Meta Ray-Ban Display, Meta copre così due step della curva evolutiva: prima gli occhiali AI senza display, poi gli smart glasses con display AR, ancora vicini all’estetica di un paio di Ray-Ban tradizionali.

Quest 3 oggi, niente Quest 4 (per ora)

Nel frattempo, sul lato Mixed Reality, Meta continua a puntare forte sul Meta Quest 3 e sulle sue versioni successive (come Quest 3S), mentre il Meta Quest 4 non è ancora stato lanciato e i progetti di nuovi visori sono stati spostati più avanti nel tempo.

Questo è un punto chiave: Meta mantiene il ruolo di leader nella Mixed Reality su visore, ma il focus pubblico negli ultimi annunci si è chiaramente spostato sugli smart glasses AI.

Meta Orion: gli occhiali AR “pieni” del futuro

Se i Ray-Ban Meta Display sono il ponte tra presente e futuro, il progetto Meta Orion rappresenta la visione a lungo termine di Meta per gli occhiali AR completi.

Presentato come prototipo al Meta Connect 2024, Orion non è ancora un prodotto consumer, ma un sistema composto da:

  • occhiali con waveguide AR per proiettare contenuti nel campo visivo,
  • un pocket computer esterno per la potenza di calcolo,
  • un bracciale sEMG per controllare l’interfaccia con micro-movimenti della mano.

Qui la differenza è netta: Orion non aumenta solo quello che possiamo fare con il telefono, ma si propone come nuovo layer di computing personale.

Apple, Google, Samsung: il percorso headset → occhiali

Apple Vision Pro: potenza estrema, ma ancora da salotto

Apple ha scelto di entrare nella realtà mista dall’alto della gamma con Apple Vision Pro, un “spatial computer” potentissimo ma costoso e relativamente ingombrante.

Nel 2025 Apple aggiorna Vision Pro principalmente a livello di chip e prestazioni, senza rivoluzionarne il design. È un passo avanti importante nelle performance, ma non cambia la natura del prodotto: Vision Pro resta un dispositivo da uso domestico o professionale, più che un oggetto da indossare tutto il giorno.

Nel frattempo, dalle catene di fornitura e dai rumor emergono con forza i piani per occhiali AR più leggeri, probabilmente collegati all’iPhone, con orizzonte temporale intorno al 2027. Anche Apple, quindi, sta puntando agli occhiali.

Google + Samsung: Android XR e headset per sviluppatori

Sul fronte Android, la mappa si sta disegnando così:

  • Google annuncia Android XR, una piattaforma pensata per visori e occhiali XR, sviluppata in collaborazione con Samsung e Qualcomm.
  • Samsung presenta un primo visore (poi evoluto in Galaxy XR), chiaramente orientato a sviluppatori ed early adopter più che al pubblico mainstream.
  • Google, nel frattempo, lavora ai propri AI smart glasses, con un arrivo previsto intorno al 2026, in versioni con e senza display.

Di nuovo, il pattern è chiaro: prima si crea l’ecosistema XR con un visore, poi si sposta il focus su occhiali AR più leggeri e indossabili.

Over the Reality e la transizione da builder mobile a piattaforma di mappatura

Nel mondo dell’AR su smartphone, uno dei pochi builder rimasti con una visione globale è Over the Reality (OVER).

OVER nasce come metaverso AR geolocalizzato, con una mappa del mondo divisa in “OVRLands” e strumenti (Web Builder, Unity SDK) per creare esperienze posizionate nello spazio fisico.

Negli ultimi anni, però, la strategia si è spostata sempre più verso:

  • VPS (Visual Positioning System),
  • mappature 3D,
  • dati spaziali per robotica e navigazione autonoma.

Anche qui si vede la stessa tendenza: l’AR non è più solo un “effetto” per il pubblico finale, ma diventa infrastruttura di mappatura e dati che abilita robot, AI e, in futuro, occhiali AR.

Snapchat Spectacles: il laboratorio degli occhiali AR

Snap è stata tra le prime aziende a credere davvero negli occhiali AR:

  • nel 2021 presenta i primi Spectacles con display AR see-through, pensati per un numero limitato di creator;
  • nel 2024 arrivano gli Spectacles di quinta generazione, con FOV ampliato, hand-tracking e un OS dedicato (Snap OS);
  • nel 2026 Snap punta a lanciare i primi Specs consumer, occhiali AR più leggeri e accessibili, con l’obiettivo di entrare nel mercato di massa.

Gli Spectacles oggi sono un laboratorio: Snap testa form factor, interazioni e linguaggi AR che, domani, potranno diventare standard su larga scala.

Ray-Ban Meta, Spectacles, Orion: differenze chiave

Per capire dove sta andando davvero il mercato di Mixed Reality e smart glasses, è utile confrontare tre archetipi:

Ray-Ban Meta & Meta Ray-Ban Display (Meta + EssilorLuxottica)

  • Ray-Ban Meta (prime generazioni): niente display nelle lenti, ma camera, audio open-ear e Meta AI.
  • Meta Ray-Ban Display: aggiungono un display AR integrato per mostrare notifiche, indicazioni, testi e informazioni contestuali.
  • Interazione: voce (“Hey Meta”), touch sulle aste, camera, AI, e – nei modelli più avanzati – neural wristband.
  • Target: consumer mainstream, creator, uso quotidiano.

Snap Spectacles (Snap)

  • Display AR see-through con waveguide, overlay olografico vero e proprio.
  • Interazione: hand-tracking, voice control, touch.
  • Target attuale: developer e creator avanzati, in transizione verso il consumer con gli Specs.

Meta Orion (Meta)

  • Occhiali AR con waveguide, campo visivo ampio e overlay complesso.
  • Architettura con pocket computer + bracciale sEMG per input neurali/muscolari.
  • Visione: sostituire una parte importante di ciò che oggi facciamo con lo smartphone, rendendo l’AR il nuovo sistema operativo del mondo fisico.

Il caso Metagate: AR mobile vs Mixed Reality su visore nel funnel commerciale

Perché l’AR su smartphone non ha funzionato (davvero) nel funnel

Dalla nostra esperienza in Metagate, costruita sul campo con clienti e progetti reali, abbiamo potuto verificare un fatto scomodo che va oltre la narrativa:

“Tutti hanno uno smartphone e quindi tutti possono usare l’AR” è vero in teoria, ma nel funnel reale non funziona.

I pattern che abbiamo osservato sono costanti:

  • Bassissimo tasso di utilizzo reale: anche se tecnicamente tutti possono, quasi nessuno apre davvero l’esperienza AR dal proprio telefono.
  • Troppo attrito: scansione del QR, apertura del link, autorizzazioni, caricamento della scena… ogni passaggio è un punto di abbandono.
  • Effetto wow limitato: una volta aperta, l’esperienza viene percepita come “un contenuto in più” dentro al telefono, non come qualcosa di trasformativo.
  • Percezione di “giocattolo” lato business: soprattutto in contesti enterprise e retail, l’AR mobile viene letta come un gimmick, non come un investimento strategico.

Il risultato è un funnel che si ferma presto: alto potenziale teorico, ma bassa conversione reale.

Come si ribalta il funnel con la Mixed Reality su visore

Con la Mixed Reality su visore (es. Meta Quest 3), i parametri si invertono:

  • Gli utenti potenziali sono meno (non tutti hanno un visore MR), ma chi prova l’esperienza vive un effetto wow estremamente forte.
  • L’esperienza non è più “un contenuto sullo schermo”, ma un ambiente tridimensionale che entra nello spazio fisico dell’utente, con oggetti, interfacce e contenuti che “stanno davvero lì”.
  • Nei meeting con i clienti, la demo MR diventa un acceleratore narrativo: in pochi secondi il decisore aziendale capisce cosa potrebbe diventare un processo, un prodotto o uno spazio quando è “aumentato” da contenuti digitali.

In termini di funnel:

  • AR mobile: accessibile a tutti, ma raramente memorabile → il funnel tende a interrompersi.
  • Mixed Reality su visore: pochi utenti, ma un impatto così forte da giustificare un investimento → il funnel continua, le conversazioni diventano progettualità.

Questo è uno dei motivi per cui, come Metagate, puntiamo così forte su esperienze di Mixed Reality su Meta Quest: non sono solo spettacolari, ma hanno un impatto concreto su engagement, decisioni e conversioni.

Siamo vicini agli occhiali AR “per tutti”?

Mettendo insieme tutti i segnali di mercato, il quadro è chiaro:

  • le piattaforme AR “di superficie” (filtri, WebAR generalista) stanno chiudendo o riposizionandosi,
  • i grandi player (Meta, Apple, Google, Samsung, Snap) stanno convergendo sugli smart glasses come obiettivo finale,
  • l’infrastruttura (mappe 3D, VPS, dati spaziali, AI multimodale) si sta preparando per supportare un computing indossabile e sempre attivo.

Progetti come Meta Orion e gli Spectacles di Snapchat mostrano come sarà l’AR di domani; prodotti come Ray-Ban Meta e Meta Ray-Ban Display sono il ponte che stiamo attraversando oggi.

Per chi sviluppa esperienze di Mixed Reality come Metagate, il messaggio è semplice:

Stiamo passando dall’AR come “effetto sul feed” all’AR come “sistema operativo del mondo fisico”.

I visori MR di oggi – come Meta Quest 3 – sono il laboratorio dove impariamo il linguaggio spaziale. Gli occhiali AR di domani – Orion, Spectacles, gli occhiali di Apple e Google – saranno il luogo dove questo linguaggio diventerà quotidianità.

Metagate sviluppa esperienze di Mixed Reality su Meta Quest per brand, aziende e istituzioni che vogliono sperimentare oggi il computing spaziale di domani.

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